giovedì 5 novembre 2009

20 ANNI DALLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO


Il 9 novembre 1989, esattamente 20 anni fa, veniva abbattuto il muro di Berlino.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1949, la Germania fu divisa in due parti: una controllata dagli Alleati occidentali (Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia) ed un'altra, quella orientale dall'Unione Sovietica. Anche Berlino, la vecchia capitale, fu divisa in due parti.

Negli anni '50 centinaia di migliaia di persone, soprattutto giovani, fuggivano ogni anno dalla Germania Est a quella dell'Ovest alla ricerca di un futuro migliore e di più libertà.

Nel tentativo di interrompere questo flusso continuo, il 13 agosto del 1961 l'esercito della Germania dell'est iniziò la costruzione di un muro. Esso separò in modo definitivo gli abitanti delle due parti della città dividendo anche famiglie, amici e colleghi di lavoro.

Non solo a Berlino ma in tutta la Germania il confine tra est ed ovest diventò una trappola mortale. I soldati ricevettero l'ordine di sparare su tutti quelli che cercavano di attraversare la zona di confine che con gli anni fu attrezzata con dei macchinari sempre più terrificanti.

In conseguenza del cambiamento politico iniziato da Gorbaciov in Unione Sovietica e sotto la spinta delle difficoltà economiche e politiche della Germania dell'Est la sera del 9 novembre 1989 con grande sorpresa di tutti gli abitanti di Berlino si verificò nella città un evento straordinario. Mentre la radio della Germania dell'est diffondeva la notizia di una riforma sui viaggi all'estero migliaia di persone si riunivano davanti al muro, ancora sorvegliato dai soldati. Nello stesso momento dall'altra parte del muro migliaia di persone stavano aspettando con ansia e preoccupazione. Nell'incredibile confusione di quella notte, qualcuno, e ancora oggi non si sa esattamente chi sia stato, dette l'ordine ai soldati di ritirarsi e, tra lacrime ed abbracci, migliaia di persone dall'est e dall'ovest, scavalcando il muro, si incontrarono per la prima volta dopo 29 anni. Nei giorni successivi il muro venne abbattuto.

La fine della divisione della città di Berlino è stato un'importante segno di riconciliazione per la Germania e per tutta l'Europa. Nei mesi successivi anche altri popoli dell'Europa orientale hanno riacquistato la libertà ed in molti abbiamo iniziato a sperare in un mondo senza più muri e più pacifico.

lunedì 26 ottobre 2009

100 anni di nonno Alfredo




Nonno Alfredo è nato a Casale di Carinola il 22 ottobre 1909, sposato con nonna Adelina, ha avuto due figli: Zio Tommy (Tommaso) e mia madre (Giuseppina), ha attraversato il “secolo breve” assistendo a tutti i drammi della storia. Troppo giovane per partecipare alla prima guerra mondiale, troppo vecchio per prendere parte alla seconda. Tra le tante cose, si ricorda in particolare, gli eventi delle guerre mondiali: nella prima “eravamo ragazzi, arrivavano telegrammi tutti i giorni ad annunziare la morte di qualche compaesano”; durante la seconda, c’erano i tedeschi a Casale e dovevamo nasconderci continuamente. Mi ricordo della cattura da parte dei tedeschi e il concentramento sotto Cascano. Lì c’era la visita medica per stabilire gli abili al lavoro, che venivano portati in Germania. Grazie ad un ufficiale medico, che in quelle settimane abitava vicino casa nostra e con il quale avevo stretto amicizia, riuscii ad essere riformato e tornare a casa. Ma la situazione era pericolosa per i continui bombardamenti. Noi andavamo a nasconderci nelle campagne circostanti e quando e solo quando arrivarono le truppe alleate le cose cambiarono. Piano piano si riprese l’attività e poi si ebbe lo sviluppo. I soldi iniziarono a girare e si stava bene”.

Mi ricordo, quando ero piccolo, nonno Alfredo mi portava, quasi sempre, a fare la spesa per la bottega, della quale ha gestito la cassa fino all’età di 85 anni. Andavamo a Casagiove, da “Pìrolo”, nel retrobottega a scegliere i prodotti da acquistare e tra uno scaffale ed un altro, mi soffermavo nel mio reparto preferito: quello dei giocattoli. Quasi sempre nonno mi faceva scegliere qualcosa che mi piaceva e me lo comprava. E poi, andavamo a Napoli e mi comprava la pizza “a portafoglio”: tutt’ora non sono più riuscito a provare e trovare quella esaltante bontà!

Però, devo anche dire che nonno Alfredo non è stato sempre bravo con me, per esempio, una volta mi ha portato da zì Giuvanni a tagliarmi i capelli. Io ero piccolo, ma capivo benissimo che mi aveva “zelliato” (trad. tagliato male) tutti i miei bellissimi capelli lisci a caschetto!!

Inserisco una foto che a me piace molto. È una foto che da quando ero piccolo passa e ripassa tra le mie mai. Ritrae nonno mentre lavora le scarpe lui, infatti, era calzolaio a Casale, ed è rimasto l’unico calzolaio, perchè dopo di lui il nostro paese non ha avuto più un artigiano che facesse tale lavoro.

Oggi che ha compiuto 100 anni, lo trovo davanti alla bottega, ormai in gestione di Brunella, sua nipote, e mi chiede: “quanti giorni rimani?”, poi guardando Caterina gli chiede come va il lavoro…

…tantissimi Auguri Nonno!!! Tutti ti vogliamo bene

lunedì 12 ottobre 2009

VIAGRA, CIALIS E LEVITA


Viagra diffuso tra i giovani

Ho letto, alcuni giorni fa, un articolo che parlava del fatto che anche i giovani assumono sempre di più farmaci come Viagra, Cialis e Levita. Questi ultimi sono utili per curare la disfunzione erettile, ma vengono associati dai giovani ad alcolici e droghe per combattere, secondo loro, la timidezza e provare emozioni forti. Il problema è che molto spesso questi farmaci vengono assunti senza prescrizione medica. Non tutti sanno che è necessario avere un parere esperto prima di iniziare una terapia, le conseguenze possono essere anche gravi. Viagra, Cialis e Levitra, infatti, agiscono sulla vasodilatazione e potrebbero avere importanti interferenze con le condizioni cliniche del paziente e con altri farmaci o sostanze, come droga e alcol, appunto.

A prescindere dai danni dei farmaci citati, associati a sostanze alcoliche o stupefacenti, mi chiedo: ma, come mai un ragazzo di 25/30 anni ricorre a questi farmaci per combattere la timidezza o per cercare forti emozioni?

Soprattutto: dicono che quello maschile è il "sesso forte"..... se tutto questo è vero, parlando anche a mio sfavore, ho dei dubbi!!!!

mercoledì 7 ottobre 2009


Carissimi amici, oggi vorrei parlare di uno spazio di Radio Dee Jay che inizia alle 6 alle 7 del mattino.
Questo spazio si chiama "DeeJay 6 tu", dedicato a chi si svegli prima dell'alba e ha una vita da "guerriero". Tratta gli argomenti più "strani" e tra i tanti il venerdì il programma di "Alta infedeltà".
Molti di voi per problemi di orari non lo possono ascoltare, però se avete la possibilità ve lo consiglio!!!E' Spettacolare!!!!

lunedì 5 ottobre 2009

DA GRANDE FARO' IL POMPIERE


Come tutti si ricorderanno (tranne mia moglie!!) il mitico cartone animato del draghetto Grisù
La serie venne ideata dai fratelli Nino e Toni Pagot. Una serie televisiva composta da 52 episodi con le avventure di Grisù andò in onda per la prima volta nel 1975
Il protagonista è un giovane draghetto di nome Grisù che, malgrado sia l'ultimogenito di una grande stirpe di draghi avvampatori, i Draconis, sogna di diventare pompiere. Il draghetto vive con il padre Fumè Draconis in Scozia, precisamente nella Valle Del Drago, meta turistica di cui Fumè è la principale attrazione. Ma Grisù è di tutta altra pasta: invece di vulcani in eruzione e incendi distruttori, Grisù sogna le rosse autopompe dei pompieri nelle quali, malgrado le continue raccomandazioni del suo benefattore Sir Cedric McDragon, e di sua moglie Lady Rowena McDragon, non riesce ad entrare. Grisù comunque si dà da fare e svolge molti altri lavori tra i quali agente segreto, fuochista, regista, domestico, fantino, ingegnere nucleare e navale, e anche molti altri. Grisù odia il suo fuoco: pensa che sia un elemento inutile e dannoso, non vedendo i lati positivi di questo suo dono (il fuoco è energia), forse perché quando si emoziona incenerisce tutto. Spesso, quando si reca per far visita a Sir Cedric, incontra Torvo, un tordo scozzese che abita vicino al nobile, il quale malgrado cerchi ogni volta di sfuggire al draghetto viene immancabilmente colpito da una fiammata. Inoltre Grisù fa spesso visita ai suoi parenti: al nonno Zampirone Draconis, agli zii Fumicerio, Piromanzio e Falò Draconis e alla zia Favilla Draconis.

domenica 4 ottobre 2009

La LIRA


150 ANNI FA L'INCONTRO SEGRETO CHE STABILI' L'UNIFICAZIONE VALUTARIA E DOGANALE DEL REGNO

E LA LIRA DIVENNE LA MONETA DELL'ITALIA UNITA

L'incontro, segretissimo, si tenne a metà strada tra Firenze e Bologna. Fu a Scanello, frazione di Loiano, che il 28 settembre di 150 anni fa fu deciso di adottare la lira come moneta unica del futuro Regno d'Italia. All'incontro, denominato "Covegno segreto di Scanello", parteciparono alcuni dei più importanti personaggi della frastagliata scena politica del tempo: Bettino Ricasoli, Luigi Carlo farini, Marco Minghetti, Rodolfo Audinot e Lionetto Cipriani. Insieme decisero l'unificazione doganale e monetaria dei Ducati (Modena e Parma) e dei Granducati (Toscana, Bologna e Romagna) che formavano la struttura politica dell'Italia centro-settentrionale alla vigilia della riunificazione del regno.
In quel giorno di fine settembre, furono gettate le basi del primo atto amministrativo che anticipava la nascita del futuro Regno d'Italia. La nuova lira italiana, che sarebbe rimasta in corso per oltre 146 anni (fino al primo marzo 2002), era già stata coniata dalla zecca fiorentina. Portava su una faccia la scritta "Vittorio Emanuele Re Eletto" che circondava insieme alla data 1859, la testa del sovrano rivolto a destra. Sull'altra faccia la scritta "Una lira italiana" sopra lo stemma sabaudo coronato e fregiato del collare dell'Annunziata. Il tutto entro due rami d'alloro. In basso sncora la data: Firenze 1859.

venerdì 2 ottobre 2009






La mia vicinanza ai familiari del Maresciallo Capo Andrea Angelucci.

giovedì 1 ottobre 2009

Win for Life

VINCITE FACILI? SOLO UN'ILLUSIONE

Il sociologo Fiasco:"famiglie a rischio". Critiche da Nomisma

"Dai milioni del Superenalotto al vitalizio di Win for Life. "Si è passati, spiega Maurizio Fiasco, sociologo della Consulta nazionale antiusura, dalla fascinazione che esercita la valanga di soldi, ad un obiettivo che pare più alla portata. L'italiano si domanda: In fondo cosa voglio io dalla vita?. Risposta: un certo benessere. E il vitalizio è la soluzione più semplice a questa esigenza". Maè un'illusione: "E' il meccanismo della fallacia di Montecarlo: si crede che una vincita limitata sia facile da conseguire. Ma non è vero". Non solo: "il sogno di un benessere limitato è più accettabile moralmente: se un padre di famiglia decide di investire un euro nel gioco, si sente la coscienza più leggera perchè pensa che l'obiettivo sia più raggiungibile". La categoria a rischio? "Famiglie a reddito basso, disoccupati e pensionati". Ma anche i giovani: per Nomisma il 5% è a rischio gioco patologico. "Suggerirei all'Agcom - chiosa Fiasco - di valutare se il messaggio pubblicitario possiede tutti i profili della correttezza"."

Articolo apparso il 1 otttobre 2009 su Leggo.

mercoledì 30 settembre 2009

Il lamento del Signore

Mi chiamate il Redentore
e non vi fate redimere.

Mi chiamate la Luce
e non vi fate illuminare.

Mi chiamate la Via
e non mi pecorrete.

Mi chiamate il Signore
e non mi servite.

Mi chiamate l'Onnipotente
e non mi fidate di me.

Mi chiamate il Maestro
e non mi seguite.

Mi chiamate la Sapienza
e non mi interrogate.

Mi chiamate la Vita
e non mi desiderate.

Se un giorno non vi riconosco
non vi meravigliate!

(letta nel Duomo di Lubecca)